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  • Ultima bozza DDL Stabilità e ultima porcata del governo: rispuntano le norme sul personale!
    di Marcello Minio - (18 febbraio 2015 in Ultimissime)

    18 febbraio 2015 – Alla vigilia dell’incontro con i sindacati il governo regionale non perde occasione per dimostrare di cosa è fatto: rispuntano provocatoriamente, infatti, le norme sul finto risparmio da fare pagare ai regionali! Intanto molta stampa e lo stesso governo sottacciono e censurano la proposta di COBAS/CODIR e SADiRS con veri tagli e risparmi anche nella politica. Domani, alla riunione, sarà avviata la lotta sindacale dura!

    In rosso le norme che riguardano il personale.

    ULTIMA BOZZA 17-02-2015 DDL STABILITA’




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  • 8 risposte a “Ultima bozza DDL Stabilità e ultima porcata del governo: rispuntano le norme sul personale!”

    1. Gaspare Barraco scrive:

      Una cosa da chiarire: vi sono gli assunti prima del 1986 alla Regione e poi vi sono chi ha prestato servizio nello Stato e poi avendo vinto un concorso alla Regione hanno avuto riconosciuti gli anni di servizio nello Stato come servizio alla Regione, con la legge regionale n.11 del 1988. Credo che non vi sia differenza. e pertanto devono avere gli stessi diritti. Cav.ing. Gaspare Barraco.Marsala.

    2. fabrizio scrive:

      Commento all’articolo di BLOGSICILIA “La Sicilia è ormai fallita …”:
      http://palermo.blogsicilia.it/la-sicilia-e-sullorlo-del-default-anzi-e-gia-fallita-via-alla-stagione-degli-attacchi-alla-regione/285970/

      Giuseppe Liberto economista università Bocconi

      MA DI QUALE DEFAULT PARLATE
      DI QUALE DEFICIT DELLA SICILIA

      ANGELA MERKEL sa benissimo che noi siciliani abbiamo iimpiegato trent’anni per dare alla luce le modalità applicative per l’attribuzione alla Regione siciliana delle spettanze riconosciute dall’Art.37 dello Statuto che, lo scorso 19 dicembre 2013 ha finalmente trovato attuazione con il provvedimento (decreto dirigenziale) del direttore generale delle finanze pubblicato sulla gazzetta n.301 del 24 dicembre 2013, relativo alle modalità applicative per l’attribuzione alla Regione Siciliana delle spettanze riconosciute dall’art.37 del regio decreto legislativo 15 maggio 1946 n.455, convertito in Legge Costituzionale 26 febbraio 1948 n.2 recante l’approvazione dello Statuto ha riconosciuto alla Sicilia le entrate derivanti dalle attività produttive svolte nell’isola da quelle imprese che hanno la sede legale fuori dalla Sicilia e con la con la Risoluzione n. 50/E del 13 maggio 2014, attraverso l’istituzione dei codici tributo per il versamento della quota dell’imposta sui redditi, dovuta dalle imprese aventi domicilio fiscale fuori dal territorio della Regione siciliana ma che in esso possiedono stabilimenti e impianti, consentirà alla Sicilia di incassare anche le imposte generate dalle imprese non residenti.

      Conseguentemente, mentre il Prodotto Interno Lordo della Sicilia rappresenta solamente la ricchezza apparente prodotta nella regione siciliana dalle imprese che hanno la sede legale nella stessa regione; il Prodotto Esterno Lordo rappresenta la ricchezza effettiva prodotta in Sicilia anche dalle imprese che pur avendo la sede legale fuori dalla regione, posseggono gli stabilimenti produttivi in Sicilia e pertanto risulta evidente come l’entrata del bilancio della regione siciliana avrà un’impennata già dal 1.1.2014 poichè in ottemperanza al Decreto Dirigenziale suddetto, tutte le attività economiche che insistono sull’isola (raffinerie, banche, energia, trasporti, chimiche, farmaceutiche etc) pagheranno le imposte alla Regione siciliana a prescindere dalla loro sede legale, generando un flusso di cassa aggiuntivo di svariati miliardi di euro che consentirebbe al Governatore Crocetta (se qualcuno lo informa di ciò) di azzerare il debito in un solo esercizio finanziario, di non licenziare nessuno, di poter ridurre le tasse alle imprese che operano in Sicilia e conseguentemente di non aver bisogno dei tre miliardi di euro necessari a tappare il buco di bilancio in quanto non esisterebbe alcun buco da tappare.

      In questo contesto il Presidente Crocetta pensa bene di farsi suggerire il nome del nuovo assessore per l’economia dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, di fatto affidando la custodia delle pecore al lupo

      Tutto ciò è scandaloso!

      Potrebbe mai applicare correttamente la norma che di fatto trasferisce le spettanze effettive della regione siciliana a scapito dello stato un rappresentante dello Stato presso il governo regionale siciliano?

      FATE VOI‼️

    3. giuseppe gangi scrive:

      Ma perché continuano a dare sotto ai Periti Forestali e della sicilia? Non ci sarà troppa voglia di pubblicizzare e fare Scoop giornalistico, o c’è altro—In tutta serenità , ci sono leggi pregresse,es. l’ ultima del 24-04-2007 all’art.40 commi 2-3-4-5- che il personale tecnico amm.vo facente capo al CORPO FORESTALE DELLA REGIONE SICILIA viene ad equipararsi al Corpo forestale dello stato e altri corpi di polizia —- (anche i corpi dello stato hanno personale tecnico-amm.vo e di loro non se ne parla) —-Ricordando che, il personale ex agenti tecnici forestali (oggi Periti For.li) svolgendo lavori esterni all’mm.ne (recandosi da soli a volgere il lavoro di gestione cantieri forestali a proprio rischio e pericolo di minacce e quant’altro) in quando incaricati alla gestione amministrativa-tecnica e gesionale in rappresentanza dell’amm.ne quindi svolgenti appieno le funzioni di polizia (tra l’altro da tempo si è rimasti in attesa di riconoscimento di tale funzione ed in modo anomalo si è andati avanti)—forse rinviata con lo scopo di evitare ulteriore aggravio di spesa per l’Amm.ne Regionale – ( E per questo ne dobbiamo patire solo noi??? Oggi, si sa lo stipendio dei regionali, non è più alto degli altri stipendi, privati o statali, con l’avvento dell’euro, il potere di acquisto si è dimezzato riducendo al massimo gli impegni che ogni famiglia aveva intrapreso e si stenta ad arrivare a fine mese- ci rimettiamo al buonsenso delle persone che debbono decidere il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie- si esorta le SS.LL. a non esasperare gli animi gia’, in forte tensione col clima per gli eventi i degli ultimi tempi.-Si prega di non mettere le mani sull’indennità pensionabile, perché non è un accessorio o un opzional ma un elemento da decenni integrato per il computo dell’intero calcolo stipendiale.-
      grazie Perito Forestale -Dott Giuseppe Gangi

    4. mario scrive:

      I DIPENDENTI CHE MATURERANNO IL REQUISITO PREVISTO PER IL PENSIONAMENTO,SECONDO QUESTA BOZZA, DOPO IL 2018 HANNO FATTO QUALCOSA DI MALE? PER NON DIRE ALTRO. OPPURE LA LOTTA SINDACALE SI CONCLUDE NEL MOMENTO IN CUI SI PUO’ DIRE “IO CI SONO..PER GLI ALTRI PAZIENZA”.

    5. stefano scrive:

      La norma dei deputati sui vitalizi è dovuta Questo è il governo Regionale Senza dignità,guai se togli un euro dalle loro spettanze Vergogna.

    6. Osservatore scrive:

      Secondo me la politica indica la direzione ma la strada da percorrere è tracciata dalla dirigenza. Crocetta, Baccei e company non scrivono proprio nulla, e questo DL sembra preparato da qualche dirigente di 3^ fascia della sanatoria edilizia, che entrarono in regione direttamente con il sistema pensionistico statale e quindi, nella migliore delle ipotesi, sono indifferenti a questo vergognoso cambio delle regole del gioco poco prima che finisca la partita.
      Del resto basta vedere la furbata dell’art.2 comma 8 dove è prevista la riduzione del 30% delle postazioni dirigenziali. Attualmente i dirigenti sono circa 1750 mentre le postazioni dirigenziali sono circa 2500 , la maggior parte finte.
      2500 – 30% = 1750 , guarda caso! Il Gattopardo insegna.

    7. Gaspare Barraco scrive:

      Con la probabile riduzione dell’assegno di pensione del 30% rispetto allo stipendio il prepensionamento sarà un flop. Poi vi sono quelli prima del 1986 e quelli con anzianità di servizio che inizia prima del 1986 con due pesi e due misure. Infatti con la legge regionale n.11 del 1988 il servizio statale è stato riconosciuto come servizio regionale ma non possono essere uguali a quelli che hanno iniziato a lavorare alla Regione. Hanno lo stesso servizio ma trattamento pensionistico diverso. Un motivo per fare ricorso.Cav.ing.Gaspare Barraco.Marsala.

    8. Enzo scrive:

      La proposta sui prepensionamenti sembra ancora una volta concepita con la logica del gratta e vinci. C’è chi vince e c’è chi perde. Nessuna ratio, nessuna proporzionalità. nessun senso. Ricordo che non + di una decina di anni fa molte colleghe sono andate in pensione a 39 anni con venti anni di servizio (25 anni – 5 anni di scivolo per le donne) e già si sono godute una pensione che all’incirca ammontava al 110% dell’ultimo stipendio. A distanza di qualche anno siamo al punto che gente di 64 anni deve quasi ringraziare se la mettono in “prepensionamento” fra 6 mesi con il 70% dello stipendio come pensione e a occhio e croce senza….buona uscita perché le casse sono…vuote. Sempre che il Padreterno nel frattempo non provveda a dare una mano all’erario. Rivolgo un appello al Marcello e Dario. Perché non proponete la vecchia bozza di prepensionamento che è stata sul punto di essere approvata prima dell’avvvento della Fornero? Semplicemente cambiando qualche coefficiente. Era certamente una delle bozze di legge + sensate che abbia potuto leggere in 32 anni di lettura della GURS. Ispirata alla progressività, equilibrata e con un reale guadagno per il dipendente prepensionato e l’amministrazione regionale. Senza forzature, senza costrizioni e senza quel “fumus persecutionis” dei regionali che aleggia fra le righe di questa pseudo riforma e con il sospetto che ancora una volta si voglia favorire qualche gruppo di amici scaricando gli altri (i 50 enni che rimarrebbero in servizio a pane e acqua).

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