Autore Topic: La Finanziaria  (Letto 2599 volte)

Max

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La Finanziaria
« il: Maggio 05, 2013, 02:04:05 pm »
La Finanziaria Regionale.

Il consueto schema.

Chi s’attendeva un cambiamento nel modo di gestire il denaro, pensando non proprio strambo (c’è la crisi, c’è il M5S, abbiamo toccato il fondo, c’è Crocetta, non ci sono più denari da “grattare”, il debito è troppo, eccetera), è, ovviamente, come sempre, rimasto con un palmo di naso.

Questo è un modo di “prendersi cura” della Sicilia sbagliato, deleterio e storicamente in via d’estinzione anche se procurerà danni che non si estingueranno.

Vada per l’esercito di lavoratori e precari ormai “imbullonati” a “Mamma Regione” dove trovare un’altra soluzione sarebbe stato difficilissimo.

Non dimentichiamo però che ci sono ancora 35000 e forse più di “imbullonati” da “collocare” ancora e anche quelli che sì “produrranno” in “corso d’opera”, dai vari sindacalistucci e politicucci da strapazzo, che premono ora e peseranno dopo alle varie scadenze in maniera ancor più aggressiva cercando la “sistemazione definitiva”.

Uso il termine aggressivo soprattutto nei confronti di quei bei tomi che appiccano incendi a quei pochissimi “grumi” d’alberi che sono rimasti sul territorio e che servono per il buon funzionamento dell’ecosistema da cui anche loro dipendono oppure quelli che bruciano i cassonetti dell’immondizia diluendo nell’aria e nel terreno, oltre ad altre decine di sostanze inquinanti, la diossina che un termovalorizzatore, anche il più sgangherato, non riuscirebbe a produrre e molto probabilmente e paradossalmente manifestano contro la costruzione di questi che se condotti e mantenuti bene potrebbero essere la soluzione definitiva sul “problema rifiuti” mandando a quel paese i proprietari dei terreni adibiti al loro smaltimento, ignoranti e cialtroni, i quali sono passati con disinvoltura dall’essere agricoltori ad essere detentori di queste attività di “deposito” nuotando nei soldi pubblici loro dati e via dicendo.

Non si “capisce” poi perché questi terreni non siano espropriati.

Tutto ciò, i bei tomi, lo fanno per ottenere un “sussidio” il quale, a certuni di questi, serve solo per “arrotondare” avendo già doppi e magari tripli introiti, lavorando allegramente in “nero” oppure godendo di negozietti o attività d’ogni tipo intestata alla moglie o parenti o prestanome e possedendo proprietà, campagne, eccetera, eccetera, eccetera.

Quello però che non si può più digerire sono i soldi elargiti, a pioggia come il solito, a quella miriade d’associazioncine, entucci, cooperativucce che non servono altro che ad ingrassare i relativi presidentucoli, direttoruncoli e dare una un po’ di “grano” a qualche lavoratore, si fa per dire, assunto naturalmente in nero e naturalmente raccomandato o facente parte della parentela o amici per portare avanti il nulla: attività che solo nominalmente sembra servano a qualche cosa, ma al massimo sono autoreferenziali e tutto questo solo perché questi altri bei tomi hanno avuto il destro e le “capacità” degli “appoggi” giusti e girano il mondo con il nasetto all’insù credendosi chi non sono sfoggiando belle macchinine, begli abiti con relativi telefonini incorporati all’orecchio, educando i loro figli e i figli degli altri, che ci credono, che queste sono i valori imprenditoriali che si devono avere.

Queste capacità imprenditoriali quali sono?
Rischiano le società “imbullonate” alla Regione?
Rischiano gli imprenditori che ottengono appalti pubblici?
Rischiano gli enti regionali?

Non rischiano di tasca un bel niente e se ci rimettono sono degli idioti!

Quelli che rischiano sono i lavoratori che già prima di venire assunti decretano la loro sudditanza a questo sistema cercando il sindacaluccio o il politicuccio di turno.

Questo significa rendere un popolo schiavo facendogli credere che solo così si può vivere!

Chiediamoci: tutti questi “managers” sono capaci di creare nuova ricchezza alla collettività e vero lavoro con vere imprese, vere industrie dove si produce qualcosa (bottoni, occhiali, pacemaker, mutande, scarpe, camice, bulloni, che cazzo ne so!)?

In questi casi servirebbero veramente capacità imprenditoriali e così a scendere in tutti i livelli; così almeno quella costellazione di corsi regionali per la formazione inutili, con orde di “docenti” famelici, servirebbero a qualcosa.

Con questi presupposti servirebbe, non la furbizia, ma l’intelligenza: per fare cose per far crescere la Sicilia.

Con questo sistema sarebbero assunti operai, impiegati, ingegneri, ricercatori e non quella torma d’avvocati, laureati in lettere, archeologia, architettura che non levandogli né stima né valore né utilità hanno in ogni caso invaso e surclassato ogni dove.

Abbiamo il Turismo da “industrializzare, ma abbiamo anche un patrimonio soprattutto archeologico da salvaguardare e valorizzare DALL’INTERNO DELL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE, abbiamo l’agricoltura da far crescere, ma soprattutto NON ABBIAMO IMPRENDITORI VERI ED UNA CLASSE DIRIGENTE DEGNI DI QUESTI NOMI.

Mafia Spa dov’è? Perché non investe qui? Sono denari sporchi. Ok! Ma almeno sarebbero investiti qui. Perché non lo fanno? Perché vanno al nord, in Germania ed in altri paesi?

Ve lo siete chiesti perché?

Perché lì si è creato ed esiste e resiste ancora un tessuto industriale che qui da noi non c’è e perciò non saprebbero né dove né con chi investire.

Qui l’unica cosa sanno realizzare, con flussi di denaro pubblico, è calcestruzzo, cemento e puttanate simili e queste cose le fanno oltremodo male e in molti casi volutamente male e questo per mantenere le opere, soprattutto quelle legate alle infrastrutture pubbliche, “imbullonate” per sempre sulle spalle della Regione, delle Province, dei Comuni; di fatto restano vincolate a continui rifacimenti, manutenzioni, revisioni.

Basta esaminare gli innumerevoli casi di costruzioni, compresi ospedali, con cemento depotenziato oppure si rifletta sulle opere destinate a future attività produttive e industriali che, una volta completate e dopo avere assunto il personale, vengono poco dopo chiuse provocando una serie di “effetti collaterali”: per esempio cassa integrazione che costringe, in un secondo tempo, la Regione ad accollarsi questi lavoratori che nel frattempo cominciano a “friggere” avendo ottenuto lo status appunto di “lavoratori” ed a cui per forza di cose si deve rispondere. ECCETERA, ECCETERA, ECCETERA.