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     INKAZZATO
  • Compensi ex art. 94, bravi o raccomandati?
    di Marcello Minio - (6 luglio 2012 in Comunicati)

    comunicato 6 luglio 2012 (art. 94)




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  • 5 risposte a “Compensi ex art. 94, bravi o raccomandati?”

    1. DeLorean DMC-12 scrive:

      Sono assolutamente d’accordo con quanto scritto nel comunicato.
      Nell’ufficio in cui lavoro ci sono stati servizi che hanno valutato i dipendenti con molta generosità tanto da dare un punteggio di 100 e servizi in cui è stato dato molto meno (spaziando tra un 85 per i meno meritevoli fino ad un massimo di 90 per i più meritevoli) dicendo che comunque un dipendente del comparto non potrà mai arrivare a 100 perché non ha “autonomia”. A me sembra un’ovvietà che un dipendente del comparto abbia autonomia solo fino ad un certo punto: i dirigenti altrimenti cosa ci stanno a fare? E’ stato anche detto che più di 90 non si potrà mai avere proprio per questi motivi. Voglio sperare che queste parole siano state una specie di modo cortese per dirmi che non meritavo di più, ma che comunque posso fare meglio il prossimo anno, altrimenti non avrei incentivi a fare di più e meglio se non la mia coscienza di non voler assolutamente rubare nemmeno un centesimo di quanto i contribuenti mi pagano.
      Al di là di tutte queste considerazioni, quanto meno dovrebbe esserci uniformità nei criteri di valutazione tra tutti i dipendenti, magari distinguendo per qualifica.

    2. ANGELO PASSALACQUA scrive:

      La questione della meritocrazia sarà lo scenario che il nostro sindacato dovrà affrontare nell’immediato futuro.Si può essere d’accordo sulla competenza o meno che la dirigenza dovrebbe avere per valutare i dipendenti del comparto in linea teorica, ma in pratica l’art.94 del contratto statuisce che “l’entità, i criteri e le modalità di erogazione del compenso saranno determinati nell’ambito della contrattazione di cui all’art.4, comma4, lettera A …..Omissis”.Orbene vi sono delle specifiche situazioni di carichi di lavoro che per qualità e quantità della prestazione rientrerebbero pienamente in questo contesto, pertanto se così stanno le cose ci si deve attrezzare in contrattazione per sostenere, legalmente, ciò che và sostenuto ossia proposte di attribuzione dell’art.94 serie. Criticare senza agire, consente all’amministrazione di fare quello che vuole senza il controllo sindacale che, invece, è perfettamente previsto dalla contrattazione.Viceversa si rischia di paralizzare e congelare l’attuale sistema penalizzando chi ,in effetti, rende una prestazione lavorativa superiore alla media.

    3. Riccobono Silvana scrive:

      tutti raccomandati e nessuno bravo

    4. Giuseppe scrive:

      Sottoscrivo in pieno il comunicato.
      Avete tutta la mia solidarietà e approvazione!
      E’ una vera vergogna quella messa in atto da qualche sindacato che ha contattato a tappeto tutti i dipendenti del dipartimento funzione pubblica promettendo l’assegnazione del compenso aggiuntivo (art. 94) in cambio dell’iscrizione al sindacato.

      Vorrei fare un parallelismo tra il voto di scambio e l’iscrizione di scambio.
      Secondo Wikipedia il voto di scambio è il voto dato regolarmente da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto da qualche tornaconto ricevuto da parte di chi si candida o chi per lui.

      Si va dai classici “buoni benzina”, “ricariche telefoniche”, “buoni spesa” etc., alla promessa (che nella maggior parte dei casi resta tale) del posto di lavoro.

      Questo sistema che provoca (spero) in noi un sentimento di indignazione ha consentito che, per decenni, governasse, e governa tutt’ora, una classe politica che, facendo solo il proprio tornaconto, ha letteralmente distrutto l’Italia lasciando solo macerie, mettendo a repentaglio il futuro nostro e quello dei nostri figli.

      In cambio di un tozzo di pane (o in cambio della sola promessa del tozzo di pane) ci siamo resi complici del saccheggio del nostro paese.

      Questo sistema clientelare resiste, ormai (forse), solo nei ceti medio bassi e con un indice di scolarizzazione al di sotto della media.

      L’iscrizione di scambio è l’iscrizione in cambio di qualche tornaconto personale (lavoro straordinario, partecipazione a progetti obiettivo, indennità, compenso per la qualità della prestazione professionale individuale – art. 94 CCRL – etc.) e non motivata dalla libera scelta del lavoratore che opta per il sindacato che meglio tutela i diritti dei lavoratori e non li svenda al datore di lavoro, sia esso pubblico che privato.

      Ritenete che il sindacato che si presta a questi giochetti con la compiacenza di qualche dirigente possa ben difendere i diritti dei lavoratori?

      Perché la riforma delle pensioni (in Francia, dove, tra l’altro, si va in pensione a 62 anni appena si è parlato di alzare l’età pensionabile è successo il finimondo e il governo ha desistito), la riforma del lavoro e ora la spending review non hanno provocato una sollevazione popolare?

      Semplice! Da noi i sindacati svolgono una funzione calmierante, d’accordo con il padrone.

      I favori sono reciproci e viene sempre il momento in cui si devono ricambiare.
      FORZA COBAS.
      ANDATE AVANTI.

    5. Carmela Civiletti scrive:

      Ho scelto dopo tanti anni, per profonda delusione, di cancellarmi da questo sindacato. Non pensavo che l’iscrizione mi desse un automatico diritto a pretendere qualcosa in cambio, anzi, ci credevo veramente! Non avrei pagato la mia quota ogni mese per così tanti anni. Improvvisamente mi sono sentita profondamente umiliata, quasi presa in giro e mi sono inkazzata anche con era “inkazzato” per definizione. Il mio diritto alla carriera è stato mortificato e non sufficientemente tutelato. Mortificato anche dall’interesse del sindacato di difendere quel personale che doveva essere stabilizzato (forse più numeroso). Evidentemente agli istruttori direttivi C8 con laurea quinquennale, competenza indiscutibile e circa 30 anni di servizio non conveniva più a nessuno tutelarne diritti e professionalità. Ora leggo di albi regionali di ispettori cui possono partecipare solo dirigenti e funzionari direttivi e di istituzioni di profili professionali di ispettori cui, sembra, possano con un provvedimento accedere anche istruttori direttivi: insomma cosa sta succedendo? Vuoi vedere che anche all’interno della stessa qualifica in diversi dipartimenti si perpetra una disparità di trattamento eclatante? Mentre guardiamo alla RAI dentro la Regione, senza concorsi, si fa comunque carriera? Resto comunque “simpatizzante”

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