Salve. Non è mia abitudine commentare i post, tanto meno esprimere giudizi che possono risultare affrettati. Pur condividendo la delusione, lo sgomento, il malessere, il malumore, la stizza, la rabbia, la protesta e l'incazzatura degli intervenuti, tuttavia ritengo che alcune precisazioni vadano fatte perchè non credo che la generalizzazione ed i luoghi comuni aiutino ad affrontare e risolvere i problemi; anzi, le cattive interpretazioni e gli ingrati commenti e giudizi rappresentano il supporto agli articoli delinquenziali scritti da alcuni pseudo giornalisti, in particolare del Giornale di Sicilia, che per le inesattezze e per le omissioni volute a danno dei dipendenti regionali, sono meritevoli di attenzione dell'autorità giudiziaria, senza che gli stessi si possano appellare al segreto professionale che, nell'occasione, è sfruttato a piacimento ed in palese malafede.oltre che in spregio al rispetto del codice deontologico.
Andando con ordine, l'intervento di apertura di Rosario chiama in causa i sindacati, in merito al mancato rinnovo contrattuale; poi, Alessandro insinua che tutti i sindacati abbiano ben altri interessi non meglio identificati e comunque non espressamente indicati, diversi dal tutelare i dipendenti regionali; addirittura Numa fa del sarcasmo a buon mercato (tanto è gratis!); Attilio e Nemo, infine, a mio modesto parere, non hanno le idee ben chiare sulle questioni contrattuali, addirittura con un paragone economico, ante 2000, impossibile da fare, oltre che per questioni di svalutazione monetaria che certamente non riguarda soltanto i dipendenti regionali, anche per avere rapportato le "vecchie" qualifiche omettendo di dire che nel frattempo la riclassificazione del personale da un lato certamente equipara l'ex 5° livello all'attuale collaboratore professionale, così come l'ex 7° livello all'attuale funzionario direttivo, ma d'altra parte comunque ha "concesso" un avanzamento di carriera verticale a tutto il personale dipendente, principio sicuramente, in talune circostanze, discutibilissimo, ma che non può essere oggetto di alcun paragone con il passato. Semmai, i paragono vanno fatti con la perdita del valore d'acquisto negli ultimi 15 anni, e questo è certamente imputabile alla politica nazionale.
Il mancato rinnovo contrattuale, scaduto ormai da un decennio, è imputabile ai parlamenti di turno che hanno organizzato la persecuzione del regionale, quale baluardo del consenso elettorale, confidando e spronando una certa carta stampata da galera. Vero è che alcuni sindacati, in particolare i confederali, probabilmente hanno passivamente accettato tale condotta omissiva barattandola con qualche cortesia personale, mantenendo l'assoluto imbarazzante silenzio per avere garantito il finanziamento pubblico sindacale ed il finanziamento dei corsi di formazione professionale con euro a tanti zeri; tuttavia, non si può generalizzare ed accomunare il Cobas, e qualche altro sindacato, a quelle logiche consociative che trovano riscontro ai tavoli contrattuali nel rapporto confidenziale fra rappresentante della segreteria regionale di comparto del sindacato (in genere, confederale) e dirigente generale. E' vero, mancando il risultato del rinnovo contrattuale, tutto il resto sono chiacchiere! Ma chiedo, cosa avrebbero dovuto e potuto fare i sindacati? Insomma, quali sarebbero gli argomenti per "convincere" l'Amministrazione ad accettare le giuste rivendicazioni salariali e giuridiche in favore dei dipendenti regionali? Cosa avrebbero omesso di fare i sindacati, in generale, favorendo la condotta amministrativa spregiudicata, e che nega gli irrinunciabili diritti dei lavoratori?
Io vedo che i governatori di turno e loro accoliti di questi ultimi 15 anni, hanno sempre più, progressivamente, agito unilateralmente, hanno soppiantato i diritti acquisiti, non convocano più le parti sociali ed agiscono irresponsabilmente, legiferano in materia di "personale" annullando le "conquiste" sindacali maturate nel corso degli anni, anche col versamento di sangue; è palese che la "minaccia" sindacale non impensierisce il potere che, all'occasione, sfrutta l'arma dell'opinione pubblica, notoriamente avversa e crudele nemica dei dipendenti regionali (purtroppo, non sempre a torto). Se alcuni sindacati non si fanno garanti della tutela dei diritti dei lavoratori, è il minimo abbandonarli al loro destino; del resto, non è un caso se OO.SS. storiche, che un tempo "dominavano la scena", oggi sono fortemente ridimensionate. Tuttavia, pur nella consapevolezza dei "limiti" operativi, bisogna sostenere quei sindacati che, al contrario, operano nell'interesse esclusivo dei lavoratori. Già, il Cobas si barcamena fra lettere di diffida e denunce, fra volantini e comunicati stampa...insomma cose "inutili" parrebbe, e non i fatti da tutti auspicati. Gli altri sindacati, quasi tutti, se ne guardano bene dal fare la "guerra" alle istituzioni; ciononostante, ai colleghi non basta! Servono i risultati, e questi non sono stati raggiunti! Ma, se le rivendicazioni salariali e giuridiche manifestate e pretese nel rispetto della norma, non solo sono state disattese, ma non sono nemmeno state prese in considerazione dalla parte datoriale, a vostro avviso quale sarebbe il passo sindacale da fare, e che non sarebbe stato fatto?
mi piacerebbe saperlo! Gli strumenti di "lotta" sindacale sono tanti: l'ultimo, quello oltre il quale si rischia di commettere reato, è l'esercizio del diritto di sciopero, nei limiti e nelle forme di legge consentito. Ebbene, nell'ultimo sciopero, come tra l'altro in quei pochi scioperi proclamati negli ultimi 15 anni (eccezion fatta per quello proclamato nel 2001 dal Cobas che ha portato, fatto storico, oltre 6.000 persone in piazza), ci siamo i soliti quattro gatti: ogni collega è amante dell'enunciato "armiamoci e partite!!!". Ridicole presenze, a fronte della delicatezza e dell'importanza delle rivendicazioni. In verità, mi risulta che anche qualche sindacalista (credo dell'UGL) abbia condotto allo scioperi i propri iscritti, mentre costui, amante del "buon sindacato" era "regolarmente" in permesso sindacale. Comunque, non si possono pretendere "risultati", non si possono pretendere rinnovi contrattuali, esercitando anche il diritto/ricatto della disdetta dalla O.S. per il mancato raggiungimento dell'obiettivo, seduti dietro una scrivania in attesa che "altri" compiano il "miracolo"; non si possono abbandonare i propri riferimenti sindacali al proprio destino proprio il giorno del "giudizio" per non fare sgarbo al proprio dirigente che "ricambia" affettuosamente con incarichi a gogo.
E' necessario riappropriarsi del proprio ruolo per evitare una ulteriore caduta libera verso confini che annullano del tutto il lavoratore: se un sindacato agisce per interessi diversi deve essere sanzionato con la disdetta; al contrario, va premiato il sindacato che ha a cuore la sorte del lavoratore, e non può e non deve essere accomunato agli altri, quanto meno per non indebolire ulteriormente e definitivamente la propria posizione. E' proprio per garantire i lavoratori che il Cobas, tra l'altro in modo sempre più incalzante ed aggressivo, attacca le Istituzioni che agiscono in malafede: l'isolamento di taluni altri sindacati e delle Istituzioni sta nelle cose, il comportamento dei propri iscritti che "attaccano", invece di supportare, è inaccettabile. La critica è un'altra cosa: ben venga! Serve a "crescere", e ad eliminare gli errori. Affermare che intorno al Cobas ci siano altri interessi (almeno questo si insinua) non posso accettarlo: sarei curioso di conoscere fatti concreti in merito, per essere, in tal caso, prontissimo alle dimissioni, con seguito di tutti quelli che non tarderei ad informare della condotta antisindacale...ma leggo soltanto gravi illazioni...
Oggi, in mattinata, sono stato al FORUM: c'erano tanti lavoratori, dipendenti degli esercizi commerciali ubicati all'interno, in sciopero. Rivendicavano un trattamento più "umano" con orari meno oppressivi, condizioni di lavoro meno stressanti, ed il rinnovo contrattuale, scaduto (appena) nel 2013. Lo sciopero è stato assai sentito, e si sono sprecati i commenti al veleno di tanti colleghi regionali, perchè in questa circostanza i sindacati sarebbero stati molto più efficienti che non nel comparto della regione Siciliana. Faccio sommessamente notare che gli stipendi di questi lavoratori non sono erogati con puntualità; che difficilmente superano i mille euro al mese; che i contratti di lavoro prevedono almeno 40 ore settimanali e non 36; che non hanno alcun emolumento accessorio; che fanno turnazioni umilianti fino a tarda sera, sabati domeniche e festivi ( e non 07,30-14,00); e senza che nessuno si offenda, e senza volere mortificare l'impegno di ogni dipendente regionale, non si dimentichi che in questi posti si "trotta", pena il licenziamento, e che a fine turno, ben che vada si trovano le forze per tornare a casa. Ritengo, pertanto, che chi ha fatto il paragone, nelle migliore delle ipotesi non sa di cosa si sta parlando, ribadisco, senza nulla togliere all'impegno, alla professionalità alle capacità ed al duro lavoro di ogni singolo dipendente regionale (o quasi).
A scanso di equivoci e per soffocare ogni tentativo di inutile polemica e provocazione (alla quale non intendo replicare), non sono un sindacalista, ma credo fermamente nel sindacato, e soprattutto nel suo ruolo, pur ammettendo che alcuni sindacati marciano al contrario. Se non restituiamo la giusta dignità non tanto alle persone fisiche che lo rappresentano, ma proprio alla Organizzazione, credo che sia impossibile sperare che le sorti del lavoratore, improvvisamente, e per volontà dell'ente datoriale, possa mutare in meglio. L'adesione al sindacato è un supporto fondamentale ai fini della rappresentatività: i suggerimenti, i consigli, le proposte, i contributi rappresenterebbero un grande elemento innovativo, fondametali per un'inversione di tendenza; la critica è utile e serve a correggere gli errori; gli attacchi frontali, specie se ingiustificati ed infondati contribuiscono alla "morte" del sindacato, e quindi dei lavoratori...perchè è bene ricordarlo, anche se banale, il sindacato siamo tutti noi: continuare a ragionar come se da un lato ci stanno i lavoratori e dell'altro il sindacato, è come ritenere che il sindacato sia una ulteriore controparte oltre il datore di lavoro...e io non ci credo...e io non voglio crederci!!!