È ovvio che per nessuno (anche per chi non è direttamente interessato) è una situazione normale, ma tieni conto che abbiamo a che fare con chi si sente da sempre padrone ed abituato a decidere con disinvoltura ed in modo scellerato dove impiegare più convenientemente, per i loro fini, le risorse pubbliche con l’aggravante che nel caso in esame NON SONO QUATTRINI PUBBLICI, ma soldi accantonati dai lavoratori (dovrebbe essere come averli messi in una banca, al sicuro: sempre che, visti i tempi, le banche siano luoghi sicuri) e che perciò AVREBBERO DOVUTO ESSERE INTOCCABILI e fuori dai giochetti allegri che ha operato ed opera la finanza creativa della politica della Regione Siciliana sui nostri soldi e perciò blindati ed a DISPOSIZIONE SUBITO DI CHI VA IN PENSIONE E CHIEDE I SUOI SOLDI.
In questo “calderone” tutto siciliano e cioè sulla particolarissima gestione della previdenza, la Sicilia si pone, come in molti in altre “occasioni”, come uno staterello indipendente che decide sulle proprie risorse, ma ha nel contempo la pretesa di farsi dare dallo Stato Italiano i soldini per impiegarli come più gli aggrada e molte volte fuori dalle regole nazionali, tralasciando le operazioni del tutto illegali.
Il Fondo Pensioni non è stato creato a caso ed in questa istituzione, scaturità dalla creatività in possesso ai governanti siciliani, vi partecipano anche i cosiddetti sindacati dei lavoratori i quali hanno deciso che fa “più cassa” spingere per le anticipazioni sul TFS versato dai dipendenti che ancora lavorano che sui pensionati i quali dovrebbero a maggior ragione averne diritto e ciò molto probabilmente (non ho i dati è una semplice intuizione) per il semplice motivo che attraverso il “canale” delle anticipazioni si è fatta man bassa da sempre e son pochi quelli che non ne hanno fatto richiesta per la casa, per spese sanitarie, eccetera e perciò siamo in minoranza: ecco perché i sindacati non sono tanto… INKAZZATI facciamo, come ho detto sopra, poca “cassa”.
I dolori non finiscono qui perché domani, 17 apr 2019 saranno più o meno accuiti dalla decisione della Corte Costituzionale (se ci sarà!) in merito alla “tempistica” sul TFS dei dipendenti pubblici nello Stato Italiano che, Fiat iustitia, ruat caelum, potranno mettere in crisi anche la finanziaria del governo nazionale (trattasi di miliardi di euro).
Sempre l’intuizione mi dice (speriamo sbagli!) che la Corte emmetterà una sentenza sfavorevole ai dipendenti pubblici italiani, ma anche in caso contrario i tempi comunque non saranno brevi affinché questa decisione si applichi ai dipendenti pubblici italiani figuriamoci poi per noi che risiediamo nello staterello della Regione Siciliana.
Ciò dimostrerà per l’ennesima volta, se ve ne fosse bisogno, che la Costituzione Italiana non è poi così meravigliosa (Regione Siciliana a Statuto Speciale) come certuni affermano, né che non possa essere elusa come più aggrada.