Inserito da: Tullio Ostilio
« il: Settembre 19, 2012, 07:52:35 pm »Per chiarezza atteniamoci alle norme scritte.
Il rinvio all’art.72, comma 11, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n 133, prevede soltanto che:
“Nel caso di compimento dell'anzianita' massima contributiva di 40 anni del personale dipendente, le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 possono risolvere, fermo restando quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di decorrenze dei trattamenti pensionistici, il rapporto lavoro con un preavviso di sei mesi….”
Pertanto, nessuna riduzione del 50 % della pensione ma semplicemente la facoltà dell’amministrazione di collocare il dipendente in quiescenza secondo la legge vigente prima della legge Fornero.
Lo stesso varrà per chi entro il medesimo 2014 maturerà la cosiddetta quota 97 ovvero 61 di età e 36 di anzianità contributiva oppure 62 e 35.
In conclusione, come si desume dall’intervento di Marcello, nessuna macelleria sociale ma soltanto una opportunità che bisogna sfruttare al massimo per sbloccare l’annosa questione della carriera di tutto il personale.
Il rinvio all’art.72, comma 11, del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n 133, prevede soltanto che:
“Nel caso di compimento dell'anzianita' massima contributiva di 40 anni del personale dipendente, le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 possono risolvere, fermo restando quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di decorrenze dei trattamenti pensionistici, il rapporto lavoro con un preavviso di sei mesi….”
Pertanto, nessuna riduzione del 50 % della pensione ma semplicemente la facoltà dell’amministrazione di collocare il dipendente in quiescenza secondo la legge vigente prima della legge Fornero.
Lo stesso varrà per chi entro il medesimo 2014 maturerà la cosiddetta quota 97 ovvero 61 di età e 36 di anzianità contributiva oppure 62 e 35.
In conclusione, come si desume dall’intervento di Marcello, nessuna macelleria sociale ma soltanto una opportunità che bisogna sfruttare al massimo per sbloccare l’annosa questione della carriera di tutto il personale.